Katia Follesa è cardiopatica: 'Il mio cuore è malato'

Katia Follesa è cardiopatica. "Il mio cuore è malato", rivela al Corriere della Sera. Ha scoperto la malattia più di dieci anni fa. “Quel giorno ero in macchina, stavo guidando, quando improvvisamente mi si è appannata la vista e, non so come dire, non sentivo più il cuore, racconta Katia Follesa. Era il 2006. 

Katia Follesa, 42 anni, è cardiopatica

Il referto medico è chiarissimo: cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva congenita. Katia Follesa è cardiopatica, ha il cuore malato. “La cosa buona che ho fatto, dopo aver pensato che stessi per morire – aggiunge -, è stata andare subito, quel pomeriggio stesso, in ospedale. All’inizio mi avevano detto che non avevo niente. Anzi, la cardiologa era quasi un po’ scocciata. Ma ho deciso di approfondire e si è scoperto così che avevo questa patologia, la stessa di mio padre”.

Katia Follesa da cardiopatica con il cuore malato ha iniziato una terapia di betabloccanti: "Dovrò continuarla a vita. Il suggerimento è fare dei controlli anche se non si avvertono sintomi”. "Il suggerimento è fare dei controlli anche se non si avvertono sintomi: Angelo (Pisani, il suo compagno, ndr) non ha sintomi, ma avendo a sua volta un padre cardiopatico sta facendo comunque tutti i passaggi per escludere ogni patologia: grazie a Dio è sano, quella con il cuore da rimandare sono io. Ma vivo benissimo, ho fatto anche una figlia", spiega Katia al quotidiano. 

La comica con il compagno, Algelo Pisani

Avere una figlia è stato un problema? "Non tanto la gravidanza, anche se era escluso un parto naturale. Ma c’era il 50 per cento di probabilità che Agata ereditasse la cardiomiopatia. Per fortuna non è così, ma nell’ipotesi di un secondo figlio è una riflessione che, da un paio d’anni, faccio. A 42 anni sapere di poter mettere al mondo un figlio che può avere questi problemi mi fa dire che no, non lo farei".

La Follesa oggi è diventata testimonial di un progetto, il Cor del Gruppo ospedaliero San Donato Foundation, che ha come obiettivo migliorare la qualità di vita dei pazienti cardiopatici e creare campagne di prevenzione per le patologie cardiovascolari.