Donatella Versace: 'Sogno Gianni che butta i miei abiti’

Donatella Versace in una lunga intervista rilasciata a Ssence rivela di avere un incubo ricorrente: Sogno Gianni che butta i miei abiti. Dopo la sua morte nulla è stato più lo stesso e la stilista dormendo ha vissuto più volte questa situazione, quasi fosse insopportabile la responsabilità lasciata in eredità da lui.

Donatella Versace rivela un incubo ricorrente con protagonista il fratello

"Nel sogno compare sempre Gianni che mi grida 'Donatella, che cosa sono questi vestiti orribili? Dovrebbero essere firmati Versace? Come hai potuto dimenticare tutto ciò che ti ho insegnato?'. Poi prende gli abiti e li butta via. Grazie a Dio ormai faccio raramente quest’incubo”, racconta Donatella Versace.

Sogno Gianni che butta i miei abiti, svela Donatella Versace. L’incubo era diventato un tomentone dopo il 15 luglio 1997, quando Gianni Versace fu ucciso davanti la sua villa a Miami. Ora non c’è quasi più.

La 62enne racconta: 'Sono Gianni che butta i miei abiti'

La 62enne al sito di moda parla pure della sua dipendenza da cocaina, di cui è rimasta schiava per ben 18 anni. “I rari momenti in cui rimanevo sola con la mia dipendenza, mi rendevo conto di essere molto, molto malata. Alcune sere non mi controllavo più e mi umiliavo davanti ai miei figli. L'odio che provavo verso me stessa aumentava di giorno in giorno - dice - Ero il nuovo volto di Versace. Chi avrebbe voluto indossare gli abiti ideati da una designer debole, instabile, che perde la testa a causa della droga e si auto-commisera? Nessuno! Così ho creato una Donatella distante, aggressiva, spaventosa”.

Da qui il cambiamento di look e i ritocchini estetici sul volto: “Avevo l'impressione che tutto il mondo mi guardasse con i coltelli negli occhi, ho creato una maschera per proteggermi, non volevo che nessuno capisse le mie emozioni”.

E’ uscita dal tunnel della droga grazie all’amico Elton John che l’ha mandata a disintossicarsi in una rehab in Arizona: c’è rimasta per 5 settimane. “La dipendenza ha lo stesso effetto su tutti. Peggio delle crisi di astinenza è lo choc che si vive quando si torna nella realtà. La droga mi ha impedito di vedere quante cose brutte ci fossero attorno al business della moda”, sottolinea.